NON SOLO PRIMARIE
Le prossime elezioni amministrative non saranno elezioni semplici: città come Napoli, Milano e Roma andranno incontro al rinnovo della giunta comunale e con l’attuale quadro politico, sarà un vero e proprio braccio di ferro dove ogni singola preferenza potrebbe avere un ruolo determinante per diversi motivi:
I risultati delle elezioni comunali in comuni così grandi, possono essere interpretati sia come un modo per saggiare l’opinione pubblica, sia (per molti movimenti e partiti politici) come prove generali per le prossime elezioni nazionali che si terranno 2018; chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di maggioranza in queste città avrà, per questo, gli occhi puntati addosso: qualsiasi atto, delibera o regolamento approvato sarà snocciolato, studiato e criticato. Una gestione fallimentare della città potrebbe avere ripercussioni a livello nazionale ed essere usato dalle opposizioni come base per poter aumentare i propri consensi. D’altra parte, una gestione esemplare ed innovativa diventa indice di abilità amministrative e capacità di gestione. Queste elezioni quindi avranno conseguenze sugli anni avvenire e per tanto la scelta del candidato sindaco diventa cruciale e fondamentale, non solo per la città, ma anche per le forze politiche che intendono presentare un candidato e in futuro diventare la forza di maggioranza del parlamento italiano. Ma cosa ci dobbiamo aspettare da queste elezioni e dal Partito Democratico napoletano?
Dopo mesi che il Partito Democratico di Napoli ha condotto una discussione interna sul metodo con cui identificare il candidato sindaco, si è finalmente deciso di nominare il candidato sindaco per mezzo delle Primarie (previste per il giorno 20 Marzo). Le primarie sono uno strumento importante per legittimare una figura che abbia intenzione di presentarsi a delle elezioni. Noi ovviamente ci auguriamo che siano primarie di coalizione aperte, di tutte quelle forze che si ispirano ai valori del centro sinistra.
Le primarie sono il percorso naturale se la classe dirigente di un partito ha formato negli anni persone con la cultura politica e sociale sufficiente ad affrontare una candidatura a delle elezioni amministrative. Ma se questi dirigenti sono totalmente alienati e distanti dalla realtà locale, dimostrando di non avere un progetto, una programmazione politica e dei veri e propri contenuti che non siano un riproporre i principi “rottamatori”, allora la scelta dei candidati diventa una vera e propria caccia all’uomo. E non è solo nello spaesamento e nel probabile ritorno di politici come Antonio Bassolino che è possibile leggere l’incapacità del PD napoletano di avere una visione rinnovatrice della politica, ma nel permettere che nel consiglio comunale napoletano vi siano dei veri e propri fantasmi istituzionali, che non hanno inciso minimamente sul consiglio comunale e che non hanno prodotto nulla di realmente significativo.
Un partito che, nello scegliere un candidato governatore della Campania, ha condotto una delle peggiori primarie che si siano mai viste (in cui si spostò per ben 4 volte la data e si cancellarono all’ultimo secondo 2 nomi dei 4 candidati) sono indice di confusione e disorganizzazione. Purtroppo però, un partito non si cambia da un giorno all’altro e non si cambia solo adottando degli slogan, ma lo si fa attraverso proposte, iniziative e la costituzione di un vero e proprio nucleo di persone con un’idea e un progetto condiviso, capace di lavorare indipendentemente da correnti e da simpatie e solo per il bene solo della città.
Non si può pensare di vincere le elezioni solo riflettendo la luce emessa da Renzi, ma cercando un proprio fuoco, una propria luce da usare come faro per il miglioramento della cosa pubblica. Purtroppo però il Partito Democratico napoletano è attualmente frutto di un cambiamento mancato, di un rinnovo annunciato ma che non si è mai tradotto in un vero e progetto politico a lungo termine.
La città di Napoli, ora più che mai, necessita di persone che abbiano le capacità politiche e gestionali per amministrare una città così grande e culturalmente ricca ma con problemi storici e profondamente strutturali. Risolvibili solo con un’attenta programmazione politico-amministrativa e una chiara visione d’insieme. Il PD napoletano quindi dovrebbe iniziare una vera e propria fase di riflessione su cosa vuole essere e soprattutto su chi vuole rappresentare, perché la città di Napoli necessita di un volto che sia l’espressione di una volontà popolare e politica, ma che sia anche un esempio di cultura e di visione lungimirante, e non può permettersi di aspettare ancora colui che porterà Napoli verso un futuro migliore.
FOTO DI REPERTORIO:
FF