È proprio vero che i tempi cambiano

 

È proprio vero che i tempi cambiano. Sembra trascorsa un’era da quando Grillo urlava e protestava per chiedere le dimissioni dei Sindaci dei Comuni anche solo sfiorati dal sospetto di infiltrazioni mafiose.
Le belle parole, a quanto pare, non bastano, e la caccia alle streghe Grillina si ferma a Quarto, comune a Cinque Stelle, da giorni agli onori della cronaca per sospette infiltrazioni camorristiche.
Ciò che è accaduto è noto: stando a delle intercettazioni, riportate dai maggiori quotidiani nazionali, il consigliere comunale del Comune di Quarto, De Robbio, attualmente indagato dagli inquirenti e già espulso dal Movimento, sarebbe stato eletto grazie al sostegno dell’imprenditore Alfonso Cesarano, legato al clan dei Polverino. Detto in soldoni, in cambio di un assessorato e della concessione dello stadio comunale (già al centro di polemiche) la camorra avrebbe sostenuto De Robbio e, indirettamente, lo stesso Sindaco Capuozzo. Grillo, pur ammettendo che parte dei voti andati al movimento provenissero dalla malavita, adesso minimizza. Lo stesso che, in altre occasioni, avrebbe inneggiato al Commissariamento, adesso semplicemente si limita ad affermare la “non influenza” di quei voti rispetto all’esito dell’elezione.
La restante parte del movimento, dal canto suo, reagisce (come al solito) attaccando il Pd. Come se le dimissioni del Sindaco fossero inopportune, come se la parte lesa della vicenda, quasi quasi, fosse il Movimento Cinque Stelle.  
Intanto, il Comune di Quarto rischia grosso. Se è vero, infatti, che sono tutti innocenti fino a prova contraria, è anche vero che, qualora fosse accertato che il Sindaco (fino ad oggi chiuso in un silenzio assordante), pur essendo a conoscenza delle minacce o delle infiltrazioni, abbia omesso di denunciare, o comunque se dovessero emergere “elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi”, Quarto andrebbe incontro al Commissariamento fino 24 mesi. Gli abitanti di Quarto ne sanno qualcosa, essendo stati commissariati per la stessa ragione già nel 2013. Sanno anche che le conseguenze per l’economia e la crescita del Comune sarebbero devastanti.
Tutto questo è inaccettabile. Nessuno, nemmeno l’incoscienza pentastellata può rendersi colpevole di tanto. Per questo, pretendiamo che, con una seria assunzione di responsabilità e presa di coscienza, il Sindaco Capuozzo rassegni le proprie dimissioni. In tal caso, infatti, dopo un commissariamento breve,  si consentirebbe al Comune di  tornare alle  urne alla prima occasione utile e prendersi l’Amministrazione che merita per un governo prospero e duraturo.
Se c’è una cosa certa, infatti, è che con questa storia tutti i limiti dei Cinque Stelle sono venuti fuori.
Come a Gela, altro comune “a cinque stelle” ci si scontra con la dura realtà quando ci si accorge che non importa quanto accurata sia la selezione dei candidati: nessuno è in grado di garantire la purezza e lo spessore morale di ciascuno. Quanto accaduto a in questi giorni è il triste risultato di quando si prova ad  assemblare in un unico contenitore anime con idee troppo diverse, senza niente in comune che non sia l’opposizione a tutto ciò che è sistema, senza spazi di dialogo fuori dal web, senza la costruzione di un programma concreto e condiviso. Ci si ritrova poi, e la vicenda di Quarto insegna, con un programma che parla di legalità e poi annulla la direttiva antimafia sull’abuso edilizio, che mira agli autobus ad acqua e poi assegna la rete idrica a una società già colpita da un’ interdittiva antimafia. Insomma, è proprio il caso di dirlo, qualcosa qui fa acqua da tutte le parti. E sembra che, per fortuna, qualcuno se ne stia accorgendo.